CATANIA – Il coinvolgimento degli architetti nei processi di pianificazione e progettazione degli interventi per lo sviluppo urbano sostenibile, grazie alle competenze e conoscenze messe in campo, rafforza il livello di buona qualità e spirito di aggregazione e coesione della programmazione. Da questo dato è partito il seminario conclusivo del “Forum Architetti in Europa”, iniziativa organizzata da Ordine e Fondazione degli Architetti di Catania, con l’obiettivo di fare piena luce sulle opportunità legate alla programmazione europea 2014/2020.
Il presidente dell’Ordine Giuseppe Scannella ha posto l’accento sui limiti che la programmazione europea incontra «quando viene a contatto con il reale sistema di governo del territorio che è basato sul vincolo. Il nostro compito – ha detto – deve essere, con senso di responsabilità, anche quello di ribaltare questo stato di cose, poiché tutelare non può essere sinonimo di bloccare lo sviluppo».
In apertura dei lavori la presidente della Fondazione Paola Pennisi ha sottolineato come «sia necessario che i professionisti abbiano un ruolo attivo nella programmazione. In molti casi le Amministrazioni si ritrovano progetti che devono essere rivisti in funzione dei nuovi standard richiesti dalle politiche di coesione – ha concluso – noi abbiamo dalla nostra parte una leva importante: le buone pratiche di architettura che vorremmo condividere con gli attori politico-istituzionali che abbiamo invitato oggi».
Anche il vicepresidente dell’Ordine Salvo Fiorito ha ripercorso «le attività di dialogo e confronto con le istituzioni regionali e locali proprio sui temi legati alla programmazione e pianificazione dei bandi». «Finalmente con la legge di stabilità 2016 è stata prevista l’equiparazione dei liberi professionisti alle piccole e medie imprese – ha affermato la coordinatrice del Dipartimento Agenda Urbana e politiche europee del Consiglio nazionale di categoria Lilia Cannarella – Questo significa che adesso gli architetti possono accedere a una serie di bandi e di progetti dai quali prima erano esclusi. Sul fronte delle politiche attive – ha continuato – voglio ricordare che la nuova programmazione europea non finanzia i singoli progetti come il restauro di una chiesa o la realizzazione di una piazza. Questo tipo di finanziamento avviene solo se l’intervento genera economia indotta».
Germana Di Falco, esperta indipendente della Commissione UE “Programmi Urbact, H2020, Erasmus” ha illustrato in videoconferenza la “bussola” di riferimento per i progetti di successo che guardano alle policy perseguite dagli attori politico-istituzionali. Chiave di lettura che ritroviamo nelle esperienze della città di Siracusa, illustrate durante il seminario dall’esperta in sviluppo locale e processi partecipativi Caterina Timpanaro – che ha delineato il percorso dei progetti Urbact, uno in corso e uno concluso con successo – e da Gino Valentino, collaboratore del Comune aretuseo all’interno del laboratorio della smart city e della mobilità sostenibile. Erano presenti all’incontro l’assessore all’Urbanistica del Comune di Catania Salvo Di Salvo, il sindaco di Paternò Mauro Mangano, l’assessore alle Attività produttive del Comune di Caltagirone Francesco Caristia, e il funzionario della Soprintendenza ai Beni culturali di Catania Nicola Neri.
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