COMUNICATO STAMPA RICEVUTO E CURATO DELL’UFFICIO STAMPA DELL’AMBASCIATA DELL’AZERBAIGIAN CON SEDE IN ROMA.
Il 30 Agosto è la Giornata Mondiale delle persone scomparse. Quello dei dispersi è un tema molto sentito in Azerbaigian, dove, a causa del conflitto tra Armenia ed Azerbaigian e al perpetuarsi, per circa 30 anni, dell’occupazione militare da parte dell’Armenia sul 20% del territorio azerbaigiano, 3.890 persone risultano ancora scomparse, di cui 719 civili. Nonostante il fatto che la presa di ostaggi sia chiaramente vietata dal diritto umanitario internazionale, 267 civili azerbaigiani (di cui 29 bambini; 98 donne; 112 anziani) sono stati presi in ostaggio e non sono stati rilasciati dall’Armenia.
Con questi atti illegali l’Armenia ha gravemente violato le disposizioni pertinenti delle Convenzioni di Ginevra del 1949 relative al trattamento dei prigionieri di guerra e delle persone civili in tempo di guerra, nonché il loro primo Protocollo aggiuntivo. Insieme alle pertinenti norme del diritto internazionale umanitario, le questioni relative alle persone scomparse sono considerate anche nell’ambito dei diritti umani protetti a livello internazionale, in particolare quelli relativi al diritto alla protezione dalla detenzione arbitraria, al diritto a un processo equo, il divieto della tortura e di altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, il divieto delle sparizioni forzate, i diritti delle persone private della libertà etc.
La Commissione statale sui prigionieri di guerra, gli ostaggi e le persone scomparse della Repubblica dell’Azerbaigian ha rilevato che, in violazione delle norme del diritto internazionale umanitario, gli ostaggi azerbaigiani sono stati detenuti in condizioni insopportabili, insieme ai prigionieri di guerra, sono stati trasferiti da un luogo di detenzione ad un altro, sia nei territori dell’Azerbaigian precedentemente occupati dall’Armenia, che nel territorio dell’Armenia stessa. Negli anni ’90 c’è stato l’annientamento di massa di prigionieri di guerra e ostaggi azerbaigiani da parte delle forze armate dell’Armenia. Molti ostaggi, compresi bambini, donne e anziani, sono stati brutalmente uccisi, alcuni sono morti in seguito in prigionia armena a causa di torture, condizioni intollerabili e malattie. Poiché i cadaveri dei morti non sono stati consegnati all’Azerbaigian, queste persone sono ancora considerate disperse.
Nonostante i ripetuti appelli della Commissione di Stato, solo pochi anni fa è stato possibile ottenere informazioni su 54 prigionieri di guerra e ostaggi azerbaigiani, tra cui 6 donne che sono state registrate dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) e visitate in varie occasioni dai rappresentanti del CICR nei luoghi di detenzione. È molto preoccupante che i resti di solo 17 persone su 54 siano stati restituiti all’Azerbaigian; 12 di loro sono stati detenuti e successivamente uccisi nel territorio dell’Armenia, principalmente a Erevan. 33 persone sono state dichiarate morte, ma i loro resti non sono stati restituiti e il destino di 4 persone non è stato segnalato affatto.
Uno dei crimini più gravi contro l’umanità è stato commesso nella città di Khojaly in Azerbaigian. Tra i 613 residenti di Khojaly uccisi dalle forze militari dell’Armenia durante l’occupazione di Khojaly, 63 erano minorenni e 106 erano donne. 8 famiglie sono state completamente annientate, 487 persone, tra cui 76 bambini sono rimaste ferite. Attualmente, 196 residenti di Khojaly, inclusi 36 bambini e 65 donne, sono registrati dalla Commissione statale sui prigionieri di guerra, gli ostaggi e le persone scomparse (informazioni al 1° luglio 2021) come persone scomparse. Ci sono testimonianze che 95 persone su 196, tra cui 16 bambini e 22 donne, siano state prese in ostaggio a Khojaly dalle forze militari dell’Armenia.
Il governo dell’Azerbaigian ha adottato misure necessarie a livello nazionale per fare chiarezza sui destini delle persone scomparse a causa del conflitto. Un elenco chiaro e regolarmente aggiornato dei cittadini dell’Azerbaigian scomparsi è stato presentato all’Armenia tramite il Comitato Internazionale della Croce Rossa. L’Azerbaigian collabora con il CICR nella raccolta di campioni di DNA dai parenti delle persone scomparse che stanno ancora aspettando notizie sulla loro posizione. Questi campioni saranno utilizzati per l’identificazione delle persone sepolte in fosse comuni e senza nome. La recente liberazione dei territori dell’Azerbaigian dall’occupazione dell’Armenia rende possibile portare a termine il lavoro di identificazione dei destini delle persone scomparse e alleviare quasi tre decenni di dolore e ansia di migliaia di persone in Azerbaigian.
A livello internazionale, l’Azerbaigian è stato anche attivo nel richiamare l’attenzione globale sulla questione delle persone scomparse e delle persone prese in ostaggio. L’Azerbaigian è uno dei principali sponsor della risoluzione biennale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle “Persone Scomparse”.
L’Azerbaigian ha avviato procedimenti giudiziari per perseguire e punire gli autori di crimini atroci. Mentre la responsabilità e il risarcimento servono a garantire i diritti e gli interessi delle vittime e devono essere una conseguenza inevitabile dei reati commessi, sono anche uno strumento preventivo essenziale e uno dei prerequisiti chiave sulla via di una vera riconciliazione.
In occasione della Giornata Mondiale per le persone scomparse del 30 agosto 2021 si svolgeranno a Baku, presso l’ADA University, una conferenza e una mostra dedicate alle persone scomparse, come risultato dell’aggressione dell’Armenia contro l’Azerbaigian.
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