Nel 1927, Fritz Lang aveva presagito con “Metropolis” un mondo (ambientato nel 2026, dopodomani, insomma) organizzato con un grande divario fra ricchi e poveri, narcisi e reietti, praticamente sfruttati ed “invisibili”. Profezie e preghiere niente valevano a scalfire la granitica coscienza del padrone sopra ogni cosa, così che il suo giovane figlio decide di intraprende...